Preghiera alla SS. Vergine Consolata

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Il Beato Giuseppe Allamano nella Consolata trova consolazione e forza per andare avanti e incoraggia i missionari a fidarsi di lei.

“Egli è un santo che consola e porta la Consolata in saccoccia “, diceva un santo sacerdote suo contemporaneo.

Tutta la vita dell’Allamano è pervasa da Maria, la Consolata, intrisa della sua presenza. E la sua ‘carissima Madre”, colei che “dovrebbe essere tutto per un cristiano “. I due Istituti missionari da lui fondati sono un frutto dei suoi rapporti con la Consolata.

 

Preghiera alla SS. Vergine Consolata

BEATA VERGINE MARIA CONSOLATRICE (LA CONSOLATA)

Patrona della Città di Torino

Oppresso dalla tribolazione, gemendo e piangendo sotto il peso delle mie miserie, a Voi ricorro, o Beatissima Vergine Maria.

Voi siete in Cielo la Regina degli Angeli e dei Santi, ma qui in terra Voi volete essere la Madre delle consolazioni. Voi siete la Consolata; ed io Vostro figlio benché indegno voglio essere simile a Voi, voglio essere consolato.

Io non Vi chiedo onori, o Maria, non piaceri, non ricchezze: io Vi chiedo consolazione. O Madre mia dolcissima, Voi sapete il modo, Voi conoscete la via per esaudirmi; in Voi pienamente mi affido.

Dite una parola a quel Gesù che con tanto amore tenete fra le Vostre braccia: ed io gusterò la gioia del conforto.

Da Voi consolato, o Maria, e dal Vostro Divin figlio, io porterò in pace le stesse mie tribolazioni; mi sarà facile il soffrire, mi sarà dolce il morire; e come sarò giunto ai piedi del Vostro trono, io canterò senza posa in eterno le Vostre misericordie.

(Tre Pater, Ave e Gloria).

Vergine Consolata, Madre nostra,
accompagnaci nel cammino della vita
e per la tua premurosa intercessione
ottienici le grazie che ti domandiamo.

Amen.

Il miracolo

La grande devozione che lega la città a questo santuario ha origine da un quadro raffigurante la Madonna, di cui se ne conserva tuttora una copia postuma all’interno dell’attuale cripta del santuario.

La storia narra che l’icona, durante i vari rimaneggiamenti della chiesa andò perduta. Un cieco, il cui nome corrisponderebbe a Giovanni Ravacchio, proveniente da Briançon, giunse a Torino in pellegrinaggio sostenendo di aver ricevuto in sogno dalla Madonna precise indicazioni riguardo al recupero di quest’immagine sacra.

Quando, dopo alcune insistenze presso le autorità vescovili, fu ritrovata, pare che l’uomo recuperasse la vista: era il 20 giugno 1104.

A seguito di questo evento miracoloso, la chiesa di Sant’Andrea venne restaurata, elevata al grado di basilica e l’icona collocata solennemente al suo interno. L’episodio non è suffragato da documenti ufficiali, tuttavia, esiste una lapide all’interno della chiesa, datata 1595, che pare confermare l’accaduto, in quanto riprodurrebbe il testo di una pergamena ufficiale del 1104.